Come ti ammortizzo il software

ammortamento

Breve guida all’ammortamento del software e in generale dei beni immateriali.

Che comprendono i diritti di utilizzo di opere dell’ingegno, marchi ‘impresa e altro

 

Quote di ammortamento

 

Le quote di ammortamento del costo di acquisto dei beni immateriali sono deducibili nella misura specificamente prevista per i diversi beni.

In breve:

a) i costi sostenuti per l’acquisto dei diritti di utilizzazione di opere dell’ingegno, dei brevetti industriali, dei processi, formule e informazioni relative a esperienze acquisite in campo industriale, commerciale o scientifico sono deducibili in quote annuali non superiori a 1/3 del costo.

b) i costi sostenuti per i marchi d’impresa sono deducibili in quote annuali non superiori a 1/10;

c) il costo dei diritti di concessione (in genere amministrativa) e degli altri diritti iscritti nell’attivo del bilancio sono deducibili in misura corrispondente alla durata dell’utilizzazione prevista dal contratto o dalla legge;

d) le quote di ammortamento del valore di avviamento iscritto nell’attivo del bilancio sono deducibili in misura non superiore a 1/10 del valore stesso.

 

Tipi di utilizzo

 

Se il valore dell’avviamento iscritto in bilancio subisce delle rettifiche, le quote di ammortamento ammesse in deduzione devono essere pari a 1/10 del nuovo valore dell’avviamento diminuito delle quote già ammortizzate.

In particolare, nel caso del trattamento fiscale dell’acquisto di software strumentale, questo è diversamente valutato in relazione alla tipologia di diritti di utilizzo acquisita secondo il seguente schema:

1) rientrano nel novero dei beni immateriali ammortizzabili in quote pari a 1/3: – il software prodotto autonomamente dall’imprenditore che è assimilabile ai beni che costituiscono risultati di una ricerca (la deduzione è al netto degli oneri poliennali già dedotti); – il software prodotto da terzi in favore dell’imprenditore mediante contratto di sviluppo, posto che l’imprenditore può sfruttarlo commercialmente;

2) rientra nel novero dei diritti di utilizzo ammortizzabili in base alla durata prevista contrattualmente, il diritto di utilizzazione di software concesso in uso esclusivo all’imprenditore;

3) qualora la licenza di uso non sia esclusiva, è invece ammortizzabile il supporto acquistato (considerato nella sua materialità);

4) ove la fornitura del software avvenga insieme all’hardware nel quale è incorporato quale sistema operativo (ed anche quando si tratti di programmi applicativi forniti contestualmente), si ritiene che possa essere effettuato un unico ammortamento del bene materiale.

5) i costi di aggiornamento periodico del software in base a contratti di assistenza sono deducibili quali spese di esercizio, peraltro, qualora l’aggiornamento implichi la concessione d’uso di un nuovo prodotto si applica quanto previsto ai punti precedenti.

Il nemico degli investimenti in It: il bilancio

innovazione

Una ricerca commissionata da Unisys e condotta presso i Ceo di imprese europee con oltre 500 persone porta alla luce un quadro dominato da una tecnologia di sussistenza.

Poco lo spazio per l’innovazione.

Unisys ha realizzato una ricerca sulle politiche di investimento delle imprese europee in ambito It.

L’ha commissionata e fatta realizzare a Taylor Nelson Sofres nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Per portarla a termine sono state condotte interviste telefoniche con 250 Ceo del Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo e Paesi Bassi.

Tutti gli intervistati appartenevano a realtà aziendali con oltre 500 addetti.

L’indagine ha sottolineato come in Europa, nella maggior parte delle società, vi siano potenziali conflitti tra le politiche societarie e i vantaggi commerciali e di business.

I risultati della ricerca, infatti, hanno evidenziato come le esigenze di bilancio delle aziende abbiano maggiore influenza nella scelta delle infrastrutture tecnologiche.

Il 47% dei responsabili It, infatti, ha ammesso che le spese finalizzate all’innovazione tecnologica e commerciale, oltre a quelle destinate alla soddisfazione della clientela, trovano ostacolo nelle anelastiche procedure aziendali di acquisto.

Il fatto porta a una complessiva carenza di investimenti in sistemi informatici.

Ovvero, la chiusura dei conti trimestrali ha sempre la meglio sui vantaggi degli investimenti a lungo termine.

Interessante è il dato per il quale il 25% delle imprese intervistate sostiene di spendere parte del proprio bilancio in tecnologia ritenuta ordinaria, ovvero quella che consente all’azienda di sopravvivere, anziché di incamminarsi sulla via dell’innovazione.

Tecnologia di sussistenza, verrebbe da chiamarla.

Un altro dato critico emerso dall’indagine riguarda la scarsa diversificazione dei fornitori It.

Il 43% degli intervistati conferma che la propria società privilegia i rapporti già consolidati rispetto a nuovi fornitori, nonostante il 29% di essi sostenga che il fatto sia limitativo dell’attività aziendale e un altro 24% ritenga che ciò ostacoli il conseguimento degli obiettivi di business a lungo termine.

Altra opinione comune emersa dallo studio commissionato da Unisys è quella che stabilisce che rinnovare gli attuali processi aziendali rappresenti una sfida troppo onerosa.

In particolare, l’82% degli intervistati conferma la cautela finanziaria che caratterizza l’Europa sostenendo che le divisioni acquisti sono ancora molto influenti quando si tratta di prendere decisioni sui sistemi It, mentre il 46% delle imprese ammette che la scelta di nuovi fornitori e l’acquisto di infrastrutture innovative sia abbastanza difficile nell’attuale contesto aziendale.