Chi è una cougar?

cougar

Cougar è una definizione da poco entrata nel gergo popolare, ma in poco tempo si è anche diffusa tra i discorsi del quotidiano, vediamo di spiegare al meglio che tipo di donna è quella che decide di prendere questo ruolo.

 

Quanti anni ha e cosa piace a una cougar

 

L’età è molto importante da considerare perché determina proprio la tipologia di queste persone.

In pratica hanno gli anni che devono essere il doppio più sette degli uomini che la frequentano.

Questo determina per la maggior parte delle volte la denominazione.

Quindi se volessimo usare un altro metodo per definirle possiamo dire che sono le donne che amano i toy boy.

Alle cougar piace divertirsi innanzi tutto, sia nel sesso che in tutte le giornate normali.

Amano non avere dei problemi di troppa serietà nella vita, perché considerano che le persone con la loro età parlando di uomini non hanno la capacità di godersi la vita.

Cercano dei ragazzi per la loro spensieratezza e perché vogliono godersi la vita. Non per via della mondanità ma proprio la leggerezza come stile di vita.

Per questo i giovani le apprezzano, perché sono molte le ragazze invece che sono alla ricerca di ragazzi che si responsabilizzino e gli danno troppo carico, questo li porta spesso a scappare e rifugiarsi proprio da una cougar.

In riassunto sono donne con un’età media tra i 35 ed i 55 anni che cercano dei ragazzi più giovani, vengono definite panterone perché amano essere sempre molto attraenti, perché per mantenere l’attenzione dei loro toy boy devono sempre avere un corpo curato ed essere sia fisicamente che psicologicamente attraenti.

Puoi conoscere una cougar nei modi tradizionali oppure tramite i social.

Esistono però anche siti specializzati in incontri tra cougar e chi piace questo tipo di donne, un esempio è il sito incontri-mature.com

 

I vantaggi per chi frequenta una cougar

 

Avere una cougar è davvero un ottimo vantaggio per tutti gli uomini che hanno questa fortuna, soprattutto per quelli che sono visceralmente legati alla loro mamma, che dunque hanno bisogno di una donna che non gli faccia fare nulla in casa, che li lasci vivere la loro età anche senza doversi prendere delle responsabilità.

Molti amano proprio creare dei legami duraturi che si possono anche concludere con il matrimonio, perché per loro è la vera e propria apoteosi avere una donna cougar.

Inoltre le donne che hanno l”età dai 35 ai 55 sono per la maggiore indipendenti sia economicamente che anche dall’uomo, questo porta ad avere meno responsabilità di coppia e quindi a dare meno peso anche ai problemi.

Diciamo che le cougar sono anche molto più fedeli, se scelgono di stare con un uomo che le fa divertire e ridere sono anche molto legate al rapporto e di conseguenza alla persona.

Siamo certi che per tutti gli uomini sarebbe la situazione ideale, avere una donna indipendente che non crea problemi e che vuole godersi la vita.

Sono comunque donne che hanno vissuto delle esperienze sentimentali molto spesso che le hanno deluse ed appesantite, per questo sono più propense a prendersi meno sul serio e non fare sempre di tutto un dramma, vogliono divertirsi e divertire.

Non soffrire più è uno degli obbiettivi principali ed anche cercare una vita dove si possa solamente essere sereni e felici.

Divertirsi e non avere discussioni e tensioni nella propria vita sentimentale è sicuramente una possibilità con le cougar, oltre che panterone sono delle simpatiche e fedeli compagne, anche amanti del cucinare e di fare in modo che la casa sia sempre accogliente per la coppia.

Vernice epossidica: che cos’è?

vernice epossidica

Cos’è la vernice epossidica?

Qual’è la sua funzione?

Innanzitutto è bene dire che non si tratta di un prodotto specifico ma di una gamma, quindi di una categoria di vernici che possiedono come elemento abituale l’impiego di resine epossidiche.

 

La resina Epossidica

 

Ora avendo compreso che si tratta di una serie di prodotti alla cui base c’è una resina detta Epossidica.

La vernice risulta essere una miscela chimica che riesce a preservare attraverso l’applicazione della vernice stessa, l’oggetto trattato, andando a creare un film esterno molto sottile e altrettanto resistente, che riesce a preservare l’integrità dell’oggetto riparandolo dagli agenti chimici e fisici esterni che possono causargli danni.

La resina epossidica quando si trasforma in film protettivo, tende anche a migliorare l’aspetto dell’oggetto donando ad esso un’ estetica rinnovata che prevede:

• Maggiore lucentezza

• Maggiore levigatezza al tatto

• Una colorazione migliorata

 

La composizione chimica

 

Vista la sua funzione andiamo ad osservare più da vicino la composizione chimica che permette a questa sostanza di svolgere perfettamente lo scopo per il quale nasce.

La vernice epossidica può avere una consistenza di due tipologie separate:

• granulare

• liquida

Si compone delle seguenti sostanze:

• solvente che mantiene in stato di sospensione i diversi componenti della miscela liquida; l’evaporazione di questo solvente tende a provocare l’essiccazione della vernice, formando un substrato verniciato

• il pigmento che fornisce il colore al prodotto

• una forma di legante appunto la resina epossidica che polimerizza gli altri componenti presenti nella formulazione e va a rivestire la superficie del film esterno

• delle cariche che danno levigatezza all’area verniciata

• degli additivi chimici

 

Vernice epossidica, le sue caratteristiche esclusive

 

In virtù della sua composizione chimica, la vernice epossidica ha alcune caratteristiche che la rendono molto interessante dal punto di vista dei vari impieghi che se ne possono fare:

• resistenza nell’adesione al substrato

• resistenza all’acqua

• resistenza al deterioramento che il tempo causa

• resistenza all’aggressione degli agenti esterni

• validi risultati estetici quali: levigatezza e brillantezza

 

I limiti della vernice epossidica

 

I raggi ultravioletti condizionano la vernice epossidica, come ci sono dei pregi, ovviamente ci sono anche dei limiti che ha questo componente.

I raggi ultravioletti opacizzano le superfici che avete verniciato, rendendole piuttosto fragili.

Gli impieghi più diffusi della vernice epossidica

I diversi impieghi della vernice epossidica può farlo in tal senso:

• al fine di ricoprire i massetti di calcestruzzo

• al fine di impermeabilizzare le pareti

• quando si intende rivestire le piscine

• si impiega nel verniciare le barche e gli oggetti di metallo

 

Vernice epossidica: Formulazioni liquida e solida

 

La vernice epossidica si presenta in due formulazioni:

1. come vernice liquida che ha un numero epossidico inferiore a 300

2. come vernice solida che ha da numero epossidico superiore a 300

Il numero epossidico viene generalmente definito come equivalente epossidico e va ad indicare il peso molecolare che cambia con il grado di polimerizzazione del composto.

Come ti ammortizzo il software

ammortamento

Breve guida all’ammortamento del software e in generale dei beni immateriali.

Che comprendono i diritti di utilizzo di opere dell’ingegno, marchi ‘impresa e altro

 

Quote di ammortamento

 

Le quote di ammortamento del costo di acquisto dei beni immateriali sono deducibili nella misura specificamente prevista per i diversi beni.

In breve:

a) i costi sostenuti per l’acquisto dei diritti di utilizzazione di opere dell’ingegno, dei brevetti industriali, dei processi, formule e informazioni relative a esperienze acquisite in campo industriale, commerciale o scientifico sono deducibili in quote annuali non superiori a 1/3 del costo.

b) i costi sostenuti per i marchi d’impresa sono deducibili in quote annuali non superiori a 1/10;

c) il costo dei diritti di concessione (in genere amministrativa) e degli altri diritti iscritti nell’attivo del bilancio sono deducibili in misura corrispondente alla durata dell’utilizzazione prevista dal contratto o dalla legge;

d) le quote di ammortamento del valore di avviamento iscritto nell’attivo del bilancio sono deducibili in misura non superiore a 1/10 del valore stesso.

 

Tipi di utilizzo

 

Se il valore dell’avviamento iscritto in bilancio subisce delle rettifiche, le quote di ammortamento ammesse in deduzione devono essere pari a 1/10 del nuovo valore dell’avviamento diminuito delle quote già ammortizzate.

In particolare, nel caso del trattamento fiscale dell’acquisto di software strumentale, questo è diversamente valutato in relazione alla tipologia di diritti di utilizzo acquisita secondo il seguente schema:

1) rientrano nel novero dei beni immateriali ammortizzabili in quote pari a 1/3: – il software prodotto autonomamente dall’imprenditore che è assimilabile ai beni che costituiscono risultati di una ricerca (la deduzione è al netto degli oneri poliennali già dedotti); – il software prodotto da terzi in favore dell’imprenditore mediante contratto di sviluppo, posto che l’imprenditore può sfruttarlo commercialmente;

2) rientra nel novero dei diritti di utilizzo ammortizzabili in base alla durata prevista contrattualmente, il diritto di utilizzazione di software concesso in uso esclusivo all’imprenditore;

3) qualora la licenza di uso non sia esclusiva, è invece ammortizzabile il supporto acquistato (considerato nella sua materialità);

4) ove la fornitura del software avvenga insieme all’hardware nel quale è incorporato quale sistema operativo (ed anche quando si tratti di programmi applicativi forniti contestualmente), si ritiene che possa essere effettuato un unico ammortamento del bene materiale.

5) i costi di aggiornamento periodico del software in base a contratti di assistenza sono deducibili quali spese di esercizio, peraltro, qualora l’aggiornamento implichi la concessione d’uso di un nuovo prodotto si applica quanto previsto ai punti precedenti.

Il nemico degli investimenti in It: il bilancio

innovazione

Una ricerca commissionata da Unisys e condotta presso i Ceo di imprese europee con oltre 500 persone porta alla luce un quadro dominato da una tecnologia di sussistenza.

Poco lo spazio per l’innovazione.

Unisys ha realizzato una ricerca sulle politiche di investimento delle imprese europee in ambito It.

L’ha commissionata e fatta realizzare a Taylor Nelson Sofres nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Per portarla a termine sono state condotte interviste telefoniche con 250 Ceo del Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo e Paesi Bassi.

Tutti gli intervistati appartenevano a realtà aziendali con oltre 500 addetti.

L’indagine ha sottolineato come in Europa, nella maggior parte delle società, vi siano potenziali conflitti tra le politiche societarie e i vantaggi commerciali e di business.

I risultati della ricerca, infatti, hanno evidenziato come le esigenze di bilancio delle aziende abbiano maggiore influenza nella scelta delle infrastrutture tecnologiche.

Il 47% dei responsabili It, infatti, ha ammesso che le spese finalizzate all’innovazione tecnologica e commerciale, oltre a quelle destinate alla soddisfazione della clientela, trovano ostacolo nelle anelastiche procedure aziendali di acquisto.

Il fatto porta a una complessiva carenza di investimenti in sistemi informatici.

Ovvero, la chiusura dei conti trimestrali ha sempre la meglio sui vantaggi degli investimenti a lungo termine.

Interessante è il dato per il quale il 25% delle imprese intervistate sostiene di spendere parte del proprio bilancio in tecnologia ritenuta ordinaria, ovvero quella che consente all’azienda di sopravvivere, anziché di incamminarsi sulla via dell’innovazione.

Tecnologia di sussistenza, verrebbe da chiamarla.

Un altro dato critico emerso dall’indagine riguarda la scarsa diversificazione dei fornitori It.

Il 43% degli intervistati conferma che la propria società privilegia i rapporti già consolidati rispetto a nuovi fornitori, nonostante il 29% di essi sostenga che il fatto sia limitativo dell’attività aziendale e un altro 24% ritenga che ciò ostacoli il conseguimento degli obiettivi di business a lungo termine.

Altra opinione comune emersa dallo studio commissionato da Unisys è quella che stabilisce che rinnovare gli attuali processi aziendali rappresenti una sfida troppo onerosa.

In particolare, l’82% degli intervistati conferma la cautela finanziaria che caratterizza l’Europa sostenendo che le divisioni acquisti sono ancora molto influenti quando si tratta di prendere decisioni sui sistemi It, mentre il 46% delle imprese ammette che la scelta di nuovi fornitori e l’acquisto di infrastrutture innovative sia abbastanza difficile nell’attuale contesto aziendale.

Il Meta-TAG “description”

meta-tag description

Dopo il titolo e le keyword in una pagina web non può mancare anche il meta-tag “description”, utile a descriverne il contenuto.

Questo TAG viene letto, interpretato e visualizzato in maniera diversa da ciascun motore di ricerca, seppure nel corso degli ultimi anni queste differenze sono diminuite sensibilmente.

La sintassi corretta è:

<META NAME=”Description” CONTENT=”la nostra descrizione di un paio di frasi”>

Nel dettaglio: Google non utilizza la description presente nel codice come descrizione dei listing.

Preferisce crearla prendendo dal testo della pagina alcune parole prossime ai termini digitati nella query, evidenziati in grassetto.

La description da noi inserita nella pagina torna utile quindi solo se contiene i termini della query, perchè è fra le prime parti di testo che lo spider di Google troverà nella pagina.

I punti di sospensione che alle volte appaiono, significano che il sistema ha prelevato la parte di testo successiva da un punto diverso della pagina.

Il prezioso TAG torna utile anche per tutte quelle pagine che non hanno contenuto testuale.

Quando questo è completamente assente il sistema si trova costretto ad usare la description per intero.

Non solo, la descrizione della nostra pagina all’interno dei risultati di ricerca di Google è garantita anche in mancanza del TAG in questione, caso in cui viene utilizzata l’eventuale descrizione fornita dagli editor di DMOZ, directory partner di Google.

Può anche accadere che google non abbini nessuna descrizione ad una pagina, anche se presenta contenuto testuale e description.

Accade quando la pagina non è ancora stata visitata e catalogata dallo spider di Google, ma solamente inserita nel database come conseguenza di uno o più link che a questa riportano.

Yahoo! utilizza in modo ancora più marcato il lavoro degli editor della sua directory.

Ogni volta che riesce abbina sia il titolo che la descrizione scritta dai sui dipendenti e quando il sito non è inserito nella directory utilizza il TAG description insieme a parti di testo vicine ai termini della query, usando i punti di sospensione per facilitare la distinzione fra le due parti.

Simpatico notare come le due realtà acquisite da Yahoo!, AlltheWeb e AltaVista, visualizzino la descrizione fornita dagli editor di DMOZ nel caso in cui la pagina non abbia contenuto o description.

Per concludere, viste le numerose situazioni che si possono presentare, l’unico consiglio è di utilizzare sempre il TAG in questione, ponendo particolare attenzione al contenuto, sia come senso complessivo delle frasi che come numero e posizione al suo interno delle keyword che interessano.

Successivamente possiamo applicarci per avere inserito il nostro sito in DMOZ ed eventualmente nella directory di Yahoo! con la descrizione più corretta possibile, soprattutto che evidenzi i fattori di distinzione dell’attività.

Uno spam pericoloso

spam email

Gli utenti Internet italiani stanno sperimentando in questi giorni un assalto di truffe via email (email phishing) come mai prima.

Gli osservatori di settore e le rilevazioni di SalvaPC confermano peraltro anche per l’Italia un aumento consisente dello spam ingannatore e truffaldino.

 

I CASI PIU’ FREQUENTI

 

Oltre al citato caso dell’email Poste.it (vedi SalvaPC News n. 104) da diversi giorni stanno circolando nuovi avvisi che appaiono in tutto e per tutto confezionati per trarre in inganno gli utenti di PayPal.com, il celebre servizio transattivo.

Ancora una volta sono email di vario formato e grafica pensate per ingannare: appaiono infatti spedite da PayPal e di PayPal sembrano essere i link forniti al loro interno.

Tutto falso: cliccando su quei link si approda a pagine web che hanno solo l’apparenza di quelle di PayPal e possono indurre l’utente ad inserirvi i propri dati di accesso o altre informazioni sensibili.

Se cio’ accade, quei dati finiscono immediatamente in mano dei truffatori.

Aumentano poi i tentativi di phishing che sfruttano i nomi di servizi celebri, come quelli offerti da certi istituti di credito italiani ed europei.

Cio’ significa che un’email truffaldina puo’ essere mascherata da comunicazione ufficiale di pressoche’ qualsiasi servizio finanziario e transattivo offerto online.

 

CHI E’ LA VITTIMA POTENZIALE

 

Sono in primo luogo gli utenti registrati presso siti di commercio elettronico o servizi web che trattano anche dati finanziari e carte di credito.

Poiche’ hanno un rapporto diretto con i vari PayPal, Ebay, Poste.it e gli altri autorevoli siti tirati in ballo dai truffatori, questi utenti sono i primi a poter cadere nelle email truffa.

Cio’ accade non solo perche’ talvolta ricevono comunicazioni via email dai servizi cui sono iscritti ma soprattutto perche’ lo spam truffaldino generalmente parla di problemi di database, dati cancellati oppure azioni dolose ai danni dell’account dell’utente e dei suoi soldi e transazioni.

Tutto questo suscita allarme nell’utente, che puo’ quindi essere indotto ad abbandonare la giusta prudenza e ad agire d’impulso.

 

COME RICONOSCERE IL PHISHING VIA EMAIL

 

Tra le tante considerazioni che possono aiutare a identificare un’email truffaldina, due sono quelle piu’ immediate.

La prima sta nella consapevolezza che mai, per nessuna ragione, i piu’ autorevoli siti di commercio elettronico invieranno via email una comunicazione come quelle spedite dai truffatori.

Non richiederanno mai via email che una nuova password venga inserita o che vengano nuovamente forniti dati cancellati per errore o rubati, tutte eventualita’ piu’ volte individuate all’interno dello spam truffaldino.

Questa consapevolezza deve indurre a ritenere del tutto fasulle email con questi contenuti anche se in apparenza spedite proprio dai siti di e-commerce con cui si hanno contatti e rapporti.

La seconda e’ piu’ tecnico e riguarda l’analisi del messaggio.

In un tipico messaggio di phishing, infatti, viene fornito un link per accedere ad una pagina dove inserire i propri dati.

Una pagina che non si trova pero’ sui server e sul sito legittimo ma su uno spazio web del tutto abusivo che nulla a che vedere con il nome millantato nell’email truffaldina.

Per accorgersene e’ generalmente sufficiente posizionare il cursore del mouse sulla frase linkata nell’email: in questo modo il software di posta elettronica consente di visualizzare quale collegamento si cela in verita’ dietro quella frase, un collegamento che invariabilmente non coincide con quanto dichiarato nell’email.

Allo stesso modo e’ anche possibile salvare il collegamento ed incollarlo in un editor testuale, come notepad: saltera’ immediatamente all’occhio che non si tratta di un link legittimo ma di un link ad un sito sconosciuto di cui diffidare.

 

COME DIFENDERSI

Lo spam commerciale tradizionale, cosi’ come quello legato al phishing, in questi mesi sta diversificando ulteriormente i propri modelli distributivi, apparendo sempre diverso, utilizzando tecniche studiate per superare i filtri di sicurezza impostati da molti provider e utenti per tenere alla larga la cosiddetta “posta spazzatura”.

Questo significa che bisogna sempre tenere alta la guardia.

Oltre a dotarsi laddove possibile di una mailbox protetta da un servizio antispam e’ sempre necessario valutare con attenzione la natura e la tipologia di qualsiasi messaggio arrivi inatteso.

Studiare l’email per stabilire se e’ legittima o rappresenta un abuso e’ questione di un attimo ma e’ un attimo che puo’ fare la differenza.

da SalvaPC News